Un approfondimento di quanto esposto alla conferenza del 26 ottobre 2018
Nell’estate 2011,il controllo archeologico preventivo in uno dei cantieri per la realizzazione dell’autostrada Pedemontana, portava alla scoperta di una area funeraria già manomessa e rappresentata da sole 8 sepolture di età protostorica, di cui la metà rimaste conservate in tracce.
Le tombe presso il limite Sud
Due di esse, poste verso il limite Sud occidentale del campo, presentavano una imponente struttura di ciottoli e pietrame e si distinguevano per la ricchezza e la complessità dei corredi, databili entrambi entro la prima metà del VI sec. a. C.
La prima tomba apparteneva a un guerriero
sepolto con un armamento quasi completo (elmo, spada e punta di lancia) che ne definiva rango e ruolo sociale;
la seconda tomba
del cui defunto non era identificabile con certezza il genere, aveva un importante cinerario rappresentato da una cista (recipiente cilindrico), cordonata in bronzo.
Si distingueva anch’essa per il numero, qualità e pregio degli oggetti che costituivano il corredo.
Nella sepoltura maschile le ceneri erano state raccolte in una situla (contenitore tronco conico stretto verso il basso), chiusa da un coperchio in lamina di bronzo decorata a sbalzo e rifinita a bulino con sfingi ed animali.
Si tratta in entrambi i casi di oggetti di lusso che sappiamo importati dal mondo paleoveneto.
La tomba dell’infante
Proprio il più antico ritrovamento archeologico avvenuto in territorio di Grandate, risalente al 1885, è rappresentato da una sepoltura infantile con cinerario chiuso da un coperchio istoriato in lamina di bronzo.
Esso è a tutt’oggi, uno dei più importanti ed interessanti reperti conservati nel museo civico P. Giovio di Como, a cui sono stati consegnati in deposito temporaneo anche i corredi di cui stiamo parlando.
La mostra “prima di Como”
Oltre a rinnovare l’interesse per questa scoperta, presentata assieme ad altre avvenute nell’ultimo decennio nella mostra “Prima di Como” tenutasi in San Pietro in atrio proprio un anno fa, questo incontro si propone di gettare uno sguardo complessivo sull’archeologia di Grandate, rappresentata da testimonianze di età protostorica (uno scarico di ceramica dell’età del bronzo antico-medio e le già citate tombe rinvenute nel 2011 e 1875) e romane, per lo più di carattere funerario, avvenute a più riprese nel corso dello scorso secolo.
Possibili ipotesi di un centro abitato in correlazione alle tombe
Non abbiamo a tutt’oggi elementi che possano suggerire l’ubicazione di un abitato, mentre risulta di grande interesse l’individuazione di un tracciato stradale di antica origine e certamente sfruttato in età romana nella veste di strada glareata (acciottolata), individuato nel corso di indagini nella chiesa e sacrestia di S.Maria in agris (intervento 2010/11) e già intercettato nel 1994 nel tratto che si indirizzava verso la città di Como, affiancato da tombe.
Notizie più complete su tracciato stradale e le tombe si possono consultare nel volume RAC 199 (2017), in due articoli rispettivamente a cura di chi scrive e di F. Butti.
Sempre a cura della Società Archeologica comense è stato edito il volume/ catalogo della mostra “Prima di Como”.
Stefania Jorio
Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia