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Rivista Archeologica Comense, n. 205, 2023

40,00

Descrizione

Michel Tarpin

Catone, Plinio e la Lombardia occidentale: uno sguardo originale

Riassunto

Il profilo della Lombardia occidentale è molto diverso a seconda delle fonti usate per percepirlo. La tradizione liviana ne fa un luogo di conflitti difficili con potenti popoli aggressivi, come gli Insubri, nel quadro delle prime conquiste transpadane. Però, se ci si riferisce a Catone, preservato grazie a Plinio, o a Trogo Pompeo, l’immagine che se ne trae è molto differente. I due autori attribuiscono a diverse città indigene una vera fondazione, di tipo greco-latino, negando, in qualche maniera, la barbarità considerata da Polibio o da Livio la caratteristica dominante dei popoli transpadani. L’archeologia permette, infatti, di iscrivere precocemente le città lombarde nel quadro della produzione e del commercio dell’Italia settentrionale, allo sbocco dei passi alpini più diretti al Reno et al Danubio. Il complesso mosaico di popoli stanziati in numerose città tra pedemonte e pianura inquadrata da fiumi navigabili, Po, Ticino, Adda, assomiglia più a un hub di produzione e commercio che all’immagine liviana di popoli ladri e guerrieri (infatti, non avevano neanche baluardi). La loro storia dovrebbe essere studiata confrontandola ai popoli transalpini affini, per correggere l’immagine bellica trasmessa da Rome come casus belli.

Summary

According to the sources one consults, the image of ancient Western Lombardy changes widely. Livy makes it a place of difficult conflict with powerful aggressive peoples, like the Insubres during the first conquest of Transpadane. On the other hand, Cato – preserved thanks to Pliny – and Pompeius Trogus give a very different point of view. For these two authors, the indigenous cities were truly founded, according to Greco-Roman forms, thus refusing, in a certain way, the image of barbarians that Polybius and Livy attach to the peoples of Transpadane. In fact, archaeology allows us to include the Lombard cities in the early production and trade networks of northern Italy, at the outlet of the most direct Alpine passes towards the Rhine and the Danube. The complex mosaic of the peoples who established themselves between the foothills of the Alps and a plain framed by navigable rivers, Po, Ticino, Adda, evokes more an artisanal and commercial hub than the Livian image of thieves and warriors (in fact, they didn’t even build ramparts). Their history must therefore be studied by confronting it with that of the transalpine peoples, to correct a belligerent image transmitted to us by the Romans, and which corresponds above all to a casus belli.

 

 

Claudia Bernori, Francesca Roncoroni

La tomba del Pissarottino di Brunate (CO)

Riassunto

La tomba del Pissarottino fu scoperta nel 1909 e venne pubblicata da Giussani nel 1913 su questa rivista. Benché già edita, alcuni anni fa (a.a. 2015-2016) è stata oggetto della tesi di laurea triennale discussa da Claudia Bernori presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in quanto tipico caso di ritrovamento archeologico degli inizi del Novecento, e pertanto utile alla riflessione sul metodo e sulla storia delle ricerche. Se ne pubblica una breve sintesi per presentare i disegni e il catalogo dei reperti in una veste coerente con la ricerca archeologica contemporanea e come occasione per puntualizzare le tipologie alla luce della recente bibliografia.

Summary

The tomb of Pissarottino was discovered in 1909 and published by Giussani in 1913 in this journal. A few years ago (a.a. 2015-2016) it was the subject of the three-year degree dissertation OF Claudia Bernori at the Catholic University in Milan, as a typical case of a discovery of the early 20th century, and useful for thinking about the method and the history of the archaeological research. A brief summary is published here, to present the drawings and the catalog of the finds according to the contemporary archaeological research and to specify the types in the light of the recent studies.

 

 

Isabella Nobile De Agostini

Tombe tardoromane di Longone al Segrino (CO): analisi di uno scavo dell’Ottocento

Riassunto

Nel 1866 a Longone al Segrino (CO) vennero alla luce cinque tombe ad inumazione, i cui corredi furono parzialmente consegnati al Museo di Como, dove sono tuttora conservati. Le tombe erano di varia tipologia, ma alcune presentano particolarità interessanti che suscitarono già allora l’interesse di eminenti studiosi: una, infatti, era internamente dipinta con un motivo decorativo e un’iscrizione, un’altra conteneva due laminette-amuleti che pure recavano incisi lettere e/o segni. La datazione delle tombe è compresa tra la fine del IV e la fine del V secolo, se non i primi decenni del secolo successivo.

Summary

In 1866 in Longone al Segrino (CO) five burial tombs were unearthed, the kits of which were partially delivered to the Museum of Como, where they are still preserved. The tombs were of various types, but some have interesting peculiarities which aroused the interest of eminent scholars at that time: one, in fact, was internally painted with a decorative motif and an inscription, another contained two amulets in the form of metal sheets which also showed engraved letters and/or signs. The tombs are datable between the end of the 4th and the end of the 5th century, if not the first decades of the following century.

 

 

Eva Carlevaro

La necropoli romana di Solduno TI, scavi del 1995/1996 e 1997

Riassunto

Nel lavoro sono state descritte ed analizzate 15 sepolture ad inumazione d’epoca giulio-claudia e due strutture coeve rinvenute a Solduno (frazione di Locarno TI) durante degli scavi di salvataggio effettuati tra il 1995/1996 e nel gennaio 1997.

La necropoli venne utilizzata per un lungo periodo di tempo: dalla metà del IV sec. a.C. fino alla metà del III sec. d.C. L’architettura tombale comprende sepolture formate da semplici costruzioni a muretto, orientate, con poche eccezioni, in direzione est-ovest. I corredi sono per lo più completi, e comprendono servizi in terra sigillata, ceramiche a vernice nera, in ceramica a pareti sottili, nonché oggetti d’ornamento e utensili. Grazie all’analisi dei materiali sono stati identificati dei rituali funerari ed è stata elaborata una tabella di seriazione che illustra la cronologia relativa e che consente di mettere in relazione gli scavi di epoca romana del 1995/1996 e 1997 con gli scavi precedenti, fornendo così un ulteriore tassello per la comprensione globale della necropoli.

Summary

The work describes and analyses 15 inhumation burials from the Julio-Claudian period and two contemporary structures found at Solduno (in the municipality of Locarno TI) during rescue excavations carried out between 1995/1996 and January 1997.

The necropolis was used for a long period of time: from the middle of the 4th century BC to the middle of the 3rd century AD. The tomb architecture comprises burials formed by simple wall constructions, oriented, with few exceptions, in an east-west direction. The grave goods include terra sigillata services, black glazed and thin-walled ceramics as well as ornaments and tools. Thanks to the analysis of the materials, funerary rituals have been identified and a seriation table has been drawn up that illustrates the relative chronology and allows the Roman excavations of 1995/1996 and 1997 to be related to the previous excavations, thus providing a further piece for the global understanding of the necropolis.

 

 

Guido Rovi

I leoni romanici del Duomo di Como e del Broletto

Riassunto

A partire dall’analisi stilistica dei leoni romanici del Duomo di Como e del Broletto, se ne ridiscute l’iconografia, la cronologia e si propongono ipotesi inedite di significati politico-religiosi e la loro contestualizzazione storica in chiave anti milanese.

Summary

We examine the Romanesque sculptures of lions on the main facade of the Broletto and inside the Como Cathedral, their iconography and chronology. Then we propose some novel hypotheses concerning their “symbolic” religious and political in an anti-Milanese key- meanings.

 

 

 Alberto Rovi

L’altare del Duomo di Como del 1317 e i suoi due avelli ritrovati

Riassunto

L’altare del Duomo di Como del 1317 è stato molto rimaneggiato fino a perdere la nozione del suo assetto gotico originale. La rilettura dei documenti ha consentito la scoperta archeologica dei due sarcofagi che lo costituivano, la rivalutazione del significato civico del culto dei martiri Proto e Giacinto e la datazione di due reliquiari delle sante Liberata e Faustina.

Summary

The Gothic altar of the Cathedral of Como from 1317 has been greatly altered and the notion of its original structure has been lost. The analysis of the documents allowed the archeological discovery of two sarcophagi that constituted it, the reevaluation of the civic significance of the cult of the martyrs Proto and Giacinto and the dating of two reliquaries of the saints Liberata and Faustina.

 

 

Clarissa Cammarata, Pietro Moroni

Recenti ritrovamenti all’Archivio di Stato di Como: il nuovo fondo ‘Recuperi’, serie ‘Frammenti liturgico-musicali’

Riassunto

Il contributo costituisce un resoconto degli esiti di un’attività di tirocinio curriculare condotta presso l’Archivio di Stato di Como a cavallo tra il 2019 e il 2020, che ha portato al rinvenimento, al successivo riordino e allo studio di centinaia di frammenti liturgici e liturgico-musicali. Vengono poi proposti alcuni dei pezzi più significativi, con particolare attenzione a quelli con notazione musicale comasca.

Summary

The article represents a report of the results of a curricular internship led at Como’s State Archive, in the late 2019 and early 2020. It brought to light hundreds of liturgical-music fragments, which were reordered and studied. Lastly, some of the most significative pieces are proposed, with special attention in those with Como’s musical notation.

 

 

Elisabetta Canobbio

Da cappella a monastero: note su San Colombano a Como (secoli XIII-XV)

Riassunto

Il saggio delinea le vicende medievali di San Colombano in Como, sorto dal trasferimento in città di due comunità femminili. Attraverso documentazione per lo più inedita, il contributo apporta nuovi elementi alla cronologia del monastero e riflette sul contesto istituzionale che ne propiziò la fondazione.

Summary

The essay focuses on the medieval events of San Colombano in Como, which arose from the moving into town of two female communities. Thanks to largely unpublished documentation, the essay provides new data about the chronology of the monastery and speculates on the institutional context that encouraged its foundation.

 

 

Rita Pellegrini

Suppellettili liturgiche della chiesa di San Lorenzo di Laino al Museo d’Arte Sacra di Scaria: tra storia e arte

 Riassunto

Lo studio è frutto di una ricerca sulle suppellettili liturgiche della parrocchia di San Lorenzo di Laino conservate presso il Museo d’Arte Sacra di Scaria. Gli oggetti vengono analizzati da un punto di vista storico-artistico evidenziandone la bottega di produzione, le caratteristiche tecniche e le qualità che ne fanno opere d’arte decorativa e applicata. Essi vengono inoltre inquadrati storicamente mettendo in luce la loro genesi con la storia della comunità parrocchiale e civile alla quale sono appartenuti.

Summary

The study is the outcome of a research about the liturgical furnishings of the St. Lorenzo church in Laino, preserved in the Museum of Sacred Art in Scaria. The ornaments are analyzed from a historical-artistic based perspective, evidencing their production workshop, their technical features and the properties that make them works of decorative and applied art. Furthermore, these furnishings are placed in their historical context, highlighting their genesis with the history of the parish and civil community to which they belonged.

 

 

Gabriella Tassinari

Luigi Pichler a Como: una collezione di calchi di gemme con gli Uomini Illustri

Riassunto

Ai Musei Civici di Como è esposto un interessante contenitore a forma di libro: da una parte sono disposti nove calchi di intagli in tre file, dall’altra parte è incollato un foglio manoscritto con la spiegazione. Si tratta di una preziosa testimonianza delle opere del celebre incisore Luigi Pichler (1773-1854), che raffigurano Boccaccio, Dante, Petrarca, Ariosto, Galileo, Tasso, Metastasio, Machiavelli e Tassoni. Gli Uomini Illustri sono un tema in voga nella glittica del periodo, ovvio riflesso delle molteplici valenze attribuite alle rappresentazioni di famosi personaggi, modelli esemplari.

Summary

An interesting book-shaped box is exhibited at the Musei Civici of Como: on one side there are nine casts of intaglios in three rows, on the other side a handwritten sheet with the explanation. It is a precious testimony of the gems of the celebrated engraver Luigi Pichler (1773-1854), which depict Boccaccio, Dante, Petrarca, Ariosto, Galileo, Tasso, Metastasio, Machiavelli and Tassoni. Illustrious Men are a popular theme in the glyptic of the period, an obvious reflection of the multiple values attributed to the representations of famous figures, exemplary models.

 

 

Marco Emilio Erba

Per un pugno di aurei. Alfonso Garovaglio e le vie d’Oriente delle collezioni numismatiche di Francesco Gnecchi

Riassunto

Tra le carte del fondo Alfonso Garovaglio, custodite presso i Musei Civici di Como, si trova la corrispondenza tenuta con il frate cappuccino Marcellino da Vallarsa, missionario in Oriente verso la fine dell’Ottocento. Traendo spunto da alcune di queste lettere, il contributo intende riflettere sulle inclinazioni numismatiche dell’archeologo canturino e porre l’accento sulle meno note modalità di raccolta di un collezionista di eccezione, quale Francesco Gnecchi.

Summary

Among Fondo Alfonso Garavaglio’s papers, stored at Musei Civici in Como, there is the correspondence with Capuchin monk Marcellino da Vallarsa, who was a missionary in the East at the end of the nineteenth century. Taking the cue from some of these letters, the paper aims to ponder over the numismatic inclinations of the archaeologist from Cantú and to highlight the less well-known collection procedures of the exceptional collector Francesco Gnecchi.