Museo di Como – Sala Egizia
La sala Egizia ospita la collezione raccolta da Alfonso Garovaglio nel 1869 in occasione del suo viaggio in Egitto. Nel 1887 questa collezione si arricchì con l’acquisto di una mummia. Tale mummia era stata donata dal Khediveh d’Egitto Mohamed Ali a Baldassarre Valerio nel 1819, come ringraziamento per aver pagato i debiti di alcuni studenti egiziani.
Allestimento
Alla morte del Garovaglio nel 1905, l’intera collezione fu lasciata in testamento al Museo di Como, a condizione che si mantenesse l’allestimento originario. Le vetrine che ospitano i reperti sono infatti quelle fatte realizzare dal Garovaglio per la sua villa di Loveno e che richiamano nella forma i piloni dei templi egizi.
La mummia di Isiuret
Al centro della sala c’è la teca con la mummia di Isiuret, il cui nome iscritto su varie parti del sarcofago significa “Iside la grande”. Si tratta di una sacerdotessa vissuta verso la fine della XXII dinastia (metà dell’VIII secolo a.C.) e deceduta tra i 18 e i 30 anni. Viene definita come “suonatrice di sistro di Amon-Ra”, “cantatrice del coro di Mut” e “balia di Khonsu fanciullo”. Sono titoli legati all’antica città di Tebe (oggi Luxor) e al complesso templare di Karnak dedicato alla triade divina Amon-Mut-Khonsu.
Il suo sarcofago è in cartonnage, un materiale ottenuto da strati di lino e papiro pressati, stuccati e intonacati per acquistare durezza. È interamente coperto di geroglifici, con divinità che abbracciano la defunta per proteggerla nell’aldilà.
Gli “ushabti”
In una vetrina della sala sono esposti gli ushabti, piccole statuine a figura umana riposte nelle sepolture in numero maggiore ai giorni dell’anno. Avevano la funzione di sostituire il defunto nei lavori che le divinità avrebbero richiesto nell’aldilà: alla domanda del dio sarebbe intervenuta la piccola immagine esclamando “eccomi” (che è il significato della parola “ushabti”).
Tra questi ushabti, fatti in materiali vari, merita particolare attenzione uno modellato in legno stuccato: questo oggetto proviene dalla tomba del faraone Sethi I (XIX dinastia, XIII secolo a.C.), scoperta dal padovano G.B. Belzoni nel 1819 nella Valle dei Re.
Poggiatesta
In una vetrina situata sul lato opposto della sala c’è un oggetto curioso: un poggiatesta in legno. Secondo alcuni tale oggetto era destinato esclusivamente a uso funerario. Altri immaginano che fosse utilizzato come cuscino, ma avvolto da stoffe che ne attutissero la durezza.