Un carro cerimoniale preistorico al Museo di Como
Tra i reperti più prestigiosi del Civico Museo Archeologico “Giovio” di Como, vi è il carro della Cà Morta, carro cerimoniale appartenente a una tomba preistorica dell’Età del ferro.
Le notizie del ritrovamento lo collocano al “Crotto di Lazzago”, ma è corretto annoverarlo tra i reperti della Cà morta poiché la località rientra nell’area della grande necropoli di Como preromana.
La scoperta tra i resti di una tomba a cremazione
La casuale scoperta risale al 1928, in una cava di sabbia del capomastro Giuseppe Butti.
I contenuti della tomba a cremazione, fra cui le molte parti scomposte del carro, erano scivolati assieme al lastrone di copertura (del peso di quasi 20 quintali), sul fondo del fronte di cava.
Lì vennero raccolti e conservati alla rinfusa dagli operai, e furono consegnati al Museo di Como soltanto nell’anno successivo.
Il ritrovamento fece comunque scalpore, tanto che l’Agenzia di stampa Stefani ne diffuse la notizia in tutta Italia.
Le notizie, gli studi e la ricostruzione del Carro della Cà Morta presso nel museo
Fu Monsignor Giovanni Baserga a darne conto per primo sulla Rivista Archeologica.
Gli fece seguito, con un accurato studio Ettore Ghislanzoni, dopo che alla ricostruzione del carro si era dedicato il direttore del Museo Luigi Perrone.
Ripresero forma in particolare: le quattro ruote a struttura piena con i cerchi in ferro, i mozzi in bronzo, il parapetto in colonnine del letto funebre.
Elementi che tuttora colpiscono lo sguardo del visitatore, nella sala del Museo in cui il carro è esposto.

L’ipotesi ricostruttiva
Bruno Chaume, e le affinità con il carro di Vix
La ricomposizione originaria è stata di recente, e con ragione, messa in crisi da un accurato lavoro dello studioso francese Bruno Chaume. Lo studio è stato pubblicato sulla Rivista Archeologica Comense, e ripreso nel catalogo della mostra “Prima di Como”.
La nuova ipotesi ricostruttiva si ispira a un carro ritrovato in una tomba principesca a Vix, località francese della Borgogna.
Si differenzia principalmente per la struttura a raggi delle ruote in luogo di quella piena, per la ricostruzione del timone e di un avantreno mobile e per l’individuazione di un poggiatesta sagomato e decorato.
I carri cerimoniali della cultura di Hallstatt
Il tipo di struttura proposto, esile ed elegante, è conforme a quello dei carri cerimoniali in bronzo della cultura celtica di Hallstatt. Cultura che fiorì nell’Europa centrale, dalla fine dell’Età del bronzo, all’Età del Ferro (1200 – 500 a.C.).
Il carro della Ca’ morta era dunque un carro da parata ( i carri da guerra erano infatti a due ruote), ed è il solo scoperto a Sud delle Alpi.
Gli archeologi lo hanno datato al V secolo a.C., e ne hanno individuato la provenienza dall’area hallstattiana, con la quale gli antichi Comensi ebbero frequenti rapporti e commerci.
Il ricco sepolcro di una donna
Gli elementi ornamentali femminili del ricco corredo della tomba, alla quale il carro apparteneva, hanno consentito di affermare che era stato utilizzato per il trasporto di una donna al rogo funerario.
Essa aveva probabilmente una elevata condizione sociale ed economica, forse consorte o familiare di un alto personaggio locale.
di Cesare Piovan
Link e riferimenti:
- BASERGA G.,Tomba con carro ed altre scoperte alla Ca’ morta in RAC 1929 f. 96/98 p.25.
- GHISLANZONI E., Il carro di bronzo della Ca morta in RAC 1930 f.99/101 p.3.
- DE MARINIS R., Liguri e Celto – Liguri in Italia omnium terrarum alumna, Antica madre, Milano 1988 p.198.
- CHAUME B., ROTHE K., Le char hallstattien de la nécropole de Ca’ morta in RAC 2017 f. 199 p.3;
- CHAUME B., Il carro hallstattiano della Ca’ morta (trad. di M. Uboldi) in Prima di Como, Catalogo 2017 p.111.