Le mura romane di Como, cenni storici

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Le mura romane di Como, cenni storici

La storia delle mura romane di Como va dalla prima metà del I secolo a.C (la loro edificazione risale alla fondazione di Giulio Cesare), al 1127, al termine di una guerra decennale con Milano.

L’epoca Romana

Nel 59 a.C. Caio Giulio Cesare fondò il centro urbano, collocandolo nel mezzo della convalle bonificata e lo chiamò Novum Comum. Il nome serviva per distinguerlo dal precedente insediamento di Comum Oppidum, situato sulle alture della Spina verde.

L’edificazione delle antiche mura romane di Como

L’opera più ingente fu l’erezione della cinta muraria, alta quasi dieci metri e spessa due. Essa si sviluppava su tutti e quattro i lati, con un tracciato di pochi metri più interno rispetto a quello delle mura attuali.

Le mura, robuste e merlate, erano intervallate da torri e sui quattro lati si aprivano altrettante porte. All’interno delle mura, la città seguva la tipica struttura ortogonale del castrum romano.

 

Epoca Altomedioevale

La fase bizantina

Dopo il crollo dell’Impero Romano, Como non subì degli attacchi diretti.
Nel corso del VI secolo i Bizantini, dopo aver riconquistato l’intera Val Padana con la Guerra Gotica (535-553), rafforzano e dotano di nuove torri Como.

Vengono ripristinate anche altre fortificazioni dell’area comasca. La torre del Baradello e l’Isola Comacina sono alcuni esempi.

La discesa dei Longobardi

Fra il 569 al 572, i Longobardi entrano in Italia, occupando anche il territorio lariano.

Non abbiamo notizie certe su Como e sulla sua condizione nel periodo Longobardo. Purtroppo non disponiamo di elementi che consentano di ricostruire la storia delle mura cittadine.

Epoca Medioevale

Intorno al X secolo, dopo l’avvento del Sacro Romano Impero, Como divenne capoluogo di contea.
Tra il X e l’XI secolo, grazie ad un periodo di stabilità politica e ad un rinnovato sviluppo economico e produttivo, si creò una nuova identità delle realtà urbane in tutto il Nord Europa. Anche Como beneficiò di un nuovo sviluppo economico sfruttando le sue vie di comunicazione, che facevano da tramite tra l’Impero e il resto d’Italia.

Non sappiamo se in questo periodo la cinta muraria subì delle modifiche.
Le ipotesi al riguardo sono molteplici e discordanti ed è possibile che si sia verificata una contrazione della città sul lato orientale, esposto alla piene e alle esondazioni dei torrenti Valduce e Cosia.

Primo periodo Comunale

L’antagonismo per il predominio sulle vie di transito, strategiche per il commercio tra le grandi città della penisola Italiana e del resto dell’Impero, portò Como e Milano ad una guerra che durò dieci anni e si concluse con la resa di Como nel 1127.

La distruzione delle mura romane di Como e l’arrivo di Federico Barbarossa

I Milanesi distrussero completamente le mura romane e smantellarono le fortificazioni che sorgevano attorno alla città: Borgo Vico, Coloniola, Camerlata e il Baradello.

Quando, nel 1154, l’imperatore Federico I Barbarossa scese in Italia per restaurare l’autorità imperiale contro l’autonomia e l’indipendenza dei Comuni, e in particolare di Milano, Como si alleò col Barbarossa e partecipò alla spedizione contro Milano. Tra i 1158 e il 1192, il Barbarossa fece restaurare le strutture difensive della città, riedificandone le antiche mura romane di Como.

Le Mura Federiciane erano dotate di merlature e la loro altezza, anche se a noi non nota, era indubbiamente considerevole. A ridosso della cinta muraria venne scavato un fossato.
Oltre alle antiche mura romane di Como, fu ricostruito il castello Baradello e venne realizzata la Murata, uno sbarramento a difesa dell’accesso meridionale alla convalle.

Secondo periodo Comunale

A partire dalla metà del secolo XIII, terminata l’epoca delle ingerenze imperiali, Como, come gran parte dei comuni dell’Italia centro-settentrionale, fu teatro delle lotte tra le due opposte fazioni politiche dei Guelfi e dei Ghibellini, che si contendevano il primato mettendo in crisi il buon funzionamento delle istituzioni cittadine.

Guelfi e ghibellini

A Como la lotta per acquisire il potere cittadino si accese tra la famiglia guelfa dei Vittani e quella ghibellina dei Rusca che, per quasi un secolo, si alternarono al governo della città, tra lotte sanguinose, congiure e tradimenti.

Nel 1331 Franchino Rusca si nominò signore di Como e lo rimase fino al 1335, anno in cui cedette la signoria ad Azzone Visconti segnando il termine della fase comunale e la fine della sua indipendenza.

Evoluzione e trasformazione

In questo periodo il tessuto urbano di Como si ampliò e si arricchì di nuovi elementi difensivi edificati per fronteggiare gli assalti delle fazioni avverse.
Imponenti case-torri e palazzi-fortezza sorsero in zone strategiche all’interno delle mura urbane. Tra il 1250 e il 1285, Giordano e Loterio II Rusca fecero erigere il Castello della Torre Rotonda così chiamato per la caratteristica torre a base circolare e prolungarono le mura urbane fino alle rive del lago.

Periodo delle Signorie

La città di Como e le sue mura tra 1400 e 1500.

Dopo l’avvento dei Visconti a Como, cessati i disordini e le sommosse provocati dalle lotte intestine, si ebbe un’epoca di stabilità. Lo sviluppo del tempo è conseguente alla ripresa delle attività produttive e al ripristino e all’ampliamento delle antiche vie commerciali.

Azzone Visconti fece erigere, nel territorio comasco, nuove fortezze e aggiunse altre fortificazioni a quelle esistenti.

Il Signore di Milano scelse quale sua roccaforte in Como il castello della Torre Rotonda, dotandolo di una seconda torre a base quadrata e racchiudendo con una cinta muraria tutta l’area a nordest dello stesso.

Di fatto l’area veniva separata dalle altre costruzioni cittadine, formando così la Cittadella Viscontea, simbolo del dominio del ducato di Milano su Como.

L’arrivo degli Sforza

Nel 1447, alla morte del duca Filippo Maria Visconti i Comaschi, dopo aver aderito alla Repubblica Ambrosiana, smantellarono le mura della Cittadella e ne cancellarono perfino il ricordo.

Gli Sforza, subentrati al potere a Milano, mantennero anche il dominio su Como. Il dominio sforzesco durò fino a quando Ludovico il Moro si rivolse a Carlo VIII di Francia, che inaugurò l’epoca della servitù d’Italia.

Anche Como dovette sottostare alle mire espansionistiche di Francia, Spagna e Austria nel periodo di guerre che susseguì.

Periodo delle dominazioni straniere

La città di Como e le se mura nel 1800.

La dominazione Francese portò varie opere di consolidamento delle strutture di difesa della città.

Nel 1504 venne eretto il baluardo di Porta Portello per rafforzare il Castello della Torre Rotonda, oltre ad altri baluardi in corrispondenza di Porta Sala e di Porta Torre.

Nel 1508 furono scavati nuovamente i fossati attorno alla città e fra il 1507 e il 1511 vennero eretti dei muraglioni semicircolari (i cosiddetti rivellini), prospicienti il fossato che abbracciavano le mura dell’intera città.

Le porte di accesso alla città sono così ridotte a tre: porta Portello, porta Torre e Porta Sala.

Nel 1521, durante le guerre tra Carlo V e Francesco I, Como venne assediata dalle truppe dell’esercito spagnolo. Gli assedianti appostarono le loro artiglierie verso Porta Nuova aprendo una breccia nelle vicinanze della torre di ponente.
I Francesi furono costretti a capitolare e le truppe spagnole conquistarono la città.

Il dominio spagnolo

Sotto il dominio Spagnolo vennero riedificate le mura difensive cadute e rinforzate le difese a lago.
Vennero anche drenati il porto, l’alveo del Cosia e il fossato intorno alla cinta muraria.
Infine, durante il regno di Carlo V, vennero smantellati:

  • Castel Baradello,
  • Castel Carnasino,
  • Castello di Civello.

Queste furono le ultime modifiche apportate al sistema difensivo della città.

Arrivano gli austriaci

Nel 1713 la dominazione austriaca subentrò a quella Spagnola e Como tornò godette di un periodo di relativa stabilità.
La funzione militare delle mura medioevali aveva ormai perso d’importanza.
In questo periodo sono incentivate opere di riadattamento e riconversione delle mura. Spesso sono comuni le privatizzazioni e la realizzazione di giardini pensili di dimore patrizie, nella fascia interna dei camminamenti e del terrapieno.

I ponti levatoi dei baluardi e del castello, ormai inadatti, vennero sostituiti da strutture fisse.

Nel 1783 il Comune di Como acquistò le mura dall’Erario militare per poi cederle a privati.
Il fossato che correva intorno alle mura venne colmato e trasformato in viale alberato.
Nel 1811 venne demolito il Castello della torre rotonda e al suo posto fu edificato il Teatro Sociale che venne inaugurato nel 1813.

Epoca Moderna e Contemporanea

Nel corso del XIX secolo, la città non conobbe una grande espansione demografica e territoriale. Como rimane inalterata nella sua peculiare struttura “cancrina” con i tre borghi di Vico, Coloniola e del “burgh Drizz” (borgo di Porta Torre).

Pochi anni dopo l’avvento del Regno d’Italia, nel 1867, venne abolita la cinta daziaria e furono apportate modifiche alle antiche mura di Como, aprendo altri passaggi viari. A questo punto le mura erano in parte abbassate, lungo il versante occidentale.

Nei primi anni del Novecento, vennero abbattuti alcuni tratti delle mura lungo i lato meridionale e quello orientale, permettendo la costruzione di alcuni edifici pubblici e consentendo la circolazione dei veicoli.

Fino agli anni Settanta si discusse a lungo riguardo la conservazione delle Mura della Città fino alla decisione di non permettere nessun ulteriore intervento radicale.

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